giovedì 5 agosto 2010

presentazione per vuotare il sacco

sono un'operatrice sanitaria che lavora con persone con differenti abilità, mi occupo prevalentemente dell'inserimento al lavoro e sto approfondendo le mie conoscenze in merito a ciò per comprendere e quindi riuscire ad abbassare l'alto tasso di fallimenti che si registrano in tale ambito ...questo scritto è rivolto a tutti coloro ovviamente  che si occupano degli stessi argomenti ma anche a coloro che si trovano coinvolti in tali processi per aprire una discussione....

                                                                           ADRI

7 commenti:

  1. Non mi occupo dell'argomento, ma mi sento sensibile in questo senso.
    Penso che comunque molti passi avanti sono stati fatti per quanto concerne l'inserimento lavorativo dei diversamente abili nella società "normale", certo poi bisogna agire su quelle che sono le diffidenze intrinseche che stanno intorno. I pregiudizi che comunque anche sommessamente ancora ci sono, perchè non basta "dare un lavoro" per parlare di integrazione, ma bisognerebbe guardare un pochino oltre... ripeto questo comunque è il mio pensiero

    RispondiElimina
  2. è molto giusto quello che pensi, certo i pregiudizi sono le "bestie" più difficili da estinguere perchè serpeggiano tra noi e si riproducono con estrema facilità e rapidità, e questo vale purtroppo anche per chi, come me, lavora in questo campo...certo non siamo essere al di sopra delle parti ma dovremmo essere facilitati anche per gli strumenti, non solo tecnico rpofessionali ma anche intellettuali di cui disponiamo ed invece, troppo spesso, siamo più emarginanti di altri ...è su questo che invito tutti, ma soprattutto i miei colleghi a riflettere.....

    RispondiElimina
  3. Lavoro nel terzo settore ma spesso mi devo "scontrare" con gli assistenti sociali che ultimamente hanno perso, credo, il senso della loro professione ad obbedienza delle direttive delle amministrazioni da cui dipendono e quindi sono rimasto favorevolmente impressionato da questo blog.

    le colporteur

    RispondiElimina
  4. Aprezzo tantissimo l'idea del tuo Blog e da collega ci tengo a sottolineare che la motivazione al nostro lavoro è fondamentale e che non dobbiamo scoraggiarci degli innumerevoli fallimenti che possono verificarsi nell'attività professionale ma ripartire proprio dai fallimenti per ricostruire nuove possibilità più ponderate. Spero che il tuo Blog possa essere una piattaforma dove confrontarsi e migliorarsi

    RispondiElimina
  5. A Fano dove vivo e lavoro da qualche anno si discute dello stesso tuo problema: il fallimento degli inserimenti lavorativ... e si è cercato di dare una risposta creando un equipe integrata che si occupa gli inserimenti lavorativi di disabili e persone svantaggiate.
    Quest'equipe è coordinata dagli operatori del Ciof (Centro per l'impiego) e vi partecipano tutti gli assistenti socialidei Comuni e dell'Asur interessati agli inserimenti lavorativi di disabili. L'equipe usufruisce anche del supporto pratico di alcuni tutor (SIL) che seguono da vicino e accompagnano il disabile.
    Il progetto così strutturato funziona da poco... ti farò risapere come va!

    RispondiElimina
  6. è proprio dai nostri fallimenti operativi che voglio partire:di solito noi operatori facciamo fatica a riconoscerli come tali o semmai li attribuiamo ad altri (le assistenti sociali sono piuttosto abili nel piangersi addosso ); dobbiamo imparare a monitorare i nostri interventi e verificarli nel tempo con strumenti tecnico operativi mirati, abbandonando quel pressapochismo che troppo spesso ci caratterizza..

    RispondiElimina
  7. mio caro cora anche nella mia realtà operativa funziona si è costituito un nucleo operativo (così lo abbiamo chiamato perchè io ne faccio parte e ho contribuito a realizzarlo) tra varie realtà istituzionali conmpreso il terzo settore mettendo in essere un protocollo per la realizzazione di inserimenti lavorativi persone con differenti abilità più mirati ..le cose funzionano abbastanza ma risentono comunque di come anche gli stessi operatori si pongono rispetto al soggetto che vogliono inserire:mi spiego:se io penso che es.Paolo potrà realizzare solo un percorso protetto creerò le condizioni,fin da subito, perchè ciò e non qualcosa di più possa sperimentare e questo risente molto di come io operatore vivo la mia professione, sono o non sono sufficientemente esperta per ciò che dovrò mettere in atto, posseggo la metodologia adeguata a tal uopo, sono o no in relazione alle altre figure professionali che devono realizzare assieme a me quel progetto di intervento e come ci sto in questa relazione, se ho il mio spazio, se la subisco, se mi fa comodo subirla...

    RispondiElimina