venerdì 6 agosto 2010

...per continuare...

la formazione che si riceve durante gli studi curriculari spesso fà semplicemente da cornice a quello che poi la realtà lavorativa ti impone...voglio dire che il percorso formativo a mio avviso non termina mai, soprattutto per professioni d'aiuto come le nostre, anche perchè la rapidità dei cambiamenti sociali ci obbliga ad uno studo continuo dei fenomeni sociali...per quanto mi riguarda ogni breve, periodo mi rimbocco le maniche e mi rimetto a studiare approfittando anche delle opportunità che il mio ente di appartenenza mi offre

giovedì 5 agosto 2010

....partiamo da....

La mia formazione professionale parte da lontano, nel senso che è abbastanza datata, mi insegnavano che l'assistente sociale dovesse aver il ruolo di "agitatore sociale" (così ci definiva il ns docente di servizio sociale...quindi dovevamo essere prevalentemente attivi sul versante politico sacrificando quasi interamente l'aspetto tecnico della professione...oggi le cose sono leggermente migliorate , si insiste poco sulla metodologia , su un modello teorico di riferimento che aiuta a fare la differenza soprattutto in temini di "potere ", nel senso di contare, decidere, avere un ruolo che pesi anche nell'integrazione con le altre professionalità....

....mettiamoci al centro...

...le nostre riflessioni partono dalla nostra  formazione professionale per arrivare al nostro sistema valoriale, ai nostri pregiudizi e per ognuna di queste ,diciamo,macroaree soffermiamoci ad individuare i punti nodali , i punti di forza e quelli più fragili facendo in modo che ognuno di noi si racconti quanto complessivamente questo va ad incidere sulla qualità degli interventi professionali che  mettiamo in atto ...è un pò come se, alla fine di ogni giornata lavorativa si ripensi a quanto hanno inciso le nostre responsabilità sugli esiti di servizio....

a partire da noi.....

...ce la prendiamo sempre con la società e con il mondo della produzione che emargina,che non favorisce "l'uomo giusto al posto giusto" (è drammaticamente vero tutto ciò) ma vorrei fare delle riflessioni a partire da noi operatori del socio sanitario che ci dovremmo occupare di inserire " l'uomo giusto al posto giusto"!!!
E allora proviamo a ragionare intorno al nostro vissuto professionale e personale ceercando di socializzare i nostri pensieri, quelli più difficili a raccontare, quelli che non diremmo forse mai neanche in un gruppo di supervisione......

presentazione per vuotare il sacco

sono un'operatrice sanitaria che lavora con persone con differenti abilità, mi occupo prevalentemente dell'inserimento al lavoro e sto approfondendo le mie conoscenze in merito a ciò per comprendere e quindi riuscire ad abbassare l'alto tasso di fallimenti che si registrano in tale ambito ...questo scritto è rivolto a tutti coloro ovviamente  che si occupano degli stessi argomenti ma anche a coloro che si trovano coinvolti in tali processi per aprire una discussione....

                                                                           ADRI